EtnofilmFest a Monselice



Al via il 13 giugno prossimo l'Etnofilmfest diretto da Fabio Gemo.

Etnologico, antropologico, etnografico, sociologico…termini con cui spesso negli ultimi anni ci siamo dovuti rapportare.

In una cultura che cambia rapidamente, dove le distanze sono azzerate e i non luoghi sempre più invasivi e disorientanti, la possibilità di riflettere e di confrontarci diventa un obbligo non solo etico ma anche identitario.  L’ETNOFILMfest è un’occasione di incrociare mondi apparentemente molto lontani  che attraversano costantemente la nostra quotidianità: dall’acquisto dei semplici beni di consumo fino alle scelte culturali e politiche. La globalizzazione ci pone di fronte a risposte ineluttabili e complesse.  Il documentario etnografico tenta di rispondere a molti di questi quesiti non con facili risposte preconfezionate. Ma rendendo fruibile un’esperienza, spesso lunga, con realtà a volte difficili da affrontare. Arricchire le nostre conoscenze sui diversi aspetti umani ci consente di poter elaborare risposte più adeguate ai nostri tempi.

Alla 6. edizione, quest’anno l’ETNOFILMfest si unisce all’altro festival delle arti performative OPERAKANTIKA. Un modo per rendere più ricco il contenitore ma anche per sottolineare come spesso la performance altro non sia se non una forma di antropologia applicata. Una modalità di messa in gioco dei nostri sistemi simbolici, delle nostre assodate categorie per aprire squarci su un mondo più complesso. Molti gli appuntamenti con documentaristi e studiosi dei fenomeni umani. Ma anche molti gli appuntamenti con spazi sonori e musicali che ci consentono un approccio all’altro per inferenza, per contaminazione.
Con l’augurio di vedervi numerosi e di avervi offerto un’occasione di respiro umano profondo, vi auguro di immergervi, durante queste giornate, in un’autentica danza della realtà.


INAUGURAZIONE – 14 giugno ore 18.00
Complesso Monumentale San Paolo - Monselice

Giuseppe Taffarel
l’altro volto del neorealismo
di Michele Fornelli e Enrico Colelli

Giuseppe Taffarel nasce a Vittorio Veneto (Treviso) il 1° marzo 1922, dove muore il 9 aprile 2012, fin da piccolo manifesta un’innata passione per il teatro. Nel 1943 si arruola nella resistenza partigiana combattuta sulle prealpi bellunesi-trevigiane. Si distingue per il coraggio in numerose azioni di guerra. Nel 1946 torna a Roma, nel periodo d’oro neorealista frequentando il mondo del cinema che si ritrova alla trattoria dei Fratelli Menghi e al bar Rosati. Nella capitale mentre partecipa alla scrittura di numerose sceneggiature, intraprende la carriera di attore cinematografico. Alla fine degli anni Quaranta collabora con Glauco Pellegrini e Rodolfo Sonego alla realizzazione di alcuni documentari. Nel 1960 – dopo aver teorizzato sulla nascita del “nuovo cinema documentario” con Michelangelo Antonioni e l’amico coetaneo Vittorio De Seta – dirige il suo primo film La Croce girato a Vittorio Veneto e dintorni. Da allora fino all’inizio degli anni Ottanta, realizza oltre trecento documentari di tematiche e generi diversi: dalla paleontologia alla storia contemporanea, dalle scienze naturali ai costumi italiani fino alla rappresentazione di città e di paesaggi dove la storia dell’arte e l’antropologia sono sempre messe in risalto. In tutte le opere di Taffarel lo sguardo antropologico/etnografico confluisce nell’estetica dell’immagine, culminando in momenti di assoluta liricità e rara poetica audiovisiva. La capacità dell’autore veneto di osservare la vita, afferrando i fili che collegano la piccola storia dell’uomo comune alla grande storia dell’umanità, è riconoscibile in una ventina di cortometraggi di stile neorealista.

Mirco Melanco insegna presso l’Università di Padova Cinematografia documentaria e Laboratorio di videoscrittura al DAMS e Storia del cinema italiano e Laboratorio di videosaggistica alla Specializzazione Magistrale in Produzioni Multimediali. Oltre a numerosi saggi sul cinema di finzione e documentario ha realizzato dei documentari che riguardano la storia contemporanea come La Grande Guerra sull’Altipiano di Asiago raccontata da Mario Rigoni Stern e Annarosa non muore: appunti sulla Guerra di Liberazione sulle Prealpi bellunesi-trevigiane.


a seguire

CONCERTO INAUGURAZIONE - 14 giugno
Piazza Mazzini - Monselice, ore 21.30
ARTETIKA
Gli “ARTETIKA” nascono a Nardò (LE) nel 2005, precisamente quando i componenti della band “Aioresis”, una delle più interessanti ed affermate nel panorama della musica popolare, decidono, da un lato, di abbandonare la riproposizione dei brani salentini per intraprendere un percorso musicale verso un sound che loro stessi definiscono “etno-rock” e dall’altro fondare il progetto “ARTETIKA - pizzica & affini” per continuare il lavoro iniziato nel 2001 col progetto “Aioresis”.
Per gli anni precedenti bisogna, quindi, far riferimento al curriculum degli “Aioresis”: nel 2002, dopo un anno dal loro primo incontro, incidono il primo brano “Oria oriamu”, che sarà poi inserito in una compilation di inediti, e l’anno successivo il primo cd, "W ci Balla", con 11 brani di riproposta della musica popolare salentina. Poi, nell’Agosto del 2005 presentano "Fuori la voce", il secondo lavoro discografico, ancora 11 brani, ma, a differenza del primo, accanto a quelli tradizionali rielaborati vi sono anche alcuni brani originali composti dalla band, e viene editato successivamente dall’etichetta discografica REDLAND di Putignano (BA). Il 2013 sarà l'anno che vedrà il primo lavoro discografico marchiato ARTETIKA!
Dal 2001 ad oggi si sono esibiti in alcuni programmi televisivi sulle reti nazionali e locali, ed hanno portato la loro musica anche in Europa. Numerose, infatti, sono le tappe dei loro tour: dal Salento al Molise, dalla Basilicata al Lazio, dal Veneto alla Calabria, dalla Sicilia all’Abruzzo, la musica degli ARTETIKA ha fatto ballare anche popoli freddi come i Polacchi, gli Irlandesi e perfino i Tedeschi all’interno del “Fifa Fan Fest” in occasione dei mondiali di calcio 2006 come unici rappresentanti italiani.
La forza dell’universo musicale di questa band, infatti, si esprime al meglio durante le performance dal vivo, veri e propri eventi di grande carica coinvolgente per un pubblico che non può tenere a freno la voglia di danzare e lasciarsi trasportare dalla loro musica.

Martina Zecca – tamburi a cornice e voce,
Max Però – organetto e voce,
Peppe Giannuzzi – violino,
Michele Russo - chitarra,
Chiara Dell'Anna – tamburi a cornice





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